TOOLKIT CPI

Kit di strumenti rivolto ai centri per l'impiego

Questa parte del Toolkit si rivolge al sistema dei servizi per l’impiego per proporre e testare le strategie che la rete dei servizi per l’impiego può utilizzare a supporto di coloro che accedono o rientrano nel mercato del lavoro e sono resi più vulnerabili da esigenze di conciliazione dei ritmi di vita e lavoro.

Che cos’è

Il Toolkit, in italiano “cassetta degli attrezzi”, è pensato come uno strumento di facile lettura delle tematiche relative alla conciliazione dei tempi di lavoro e di vita privata. Esso è rivolto principalmente agli operatori dei centri e/o servizi per l’impiego, alle persone con necessità di conciliazione ed alle piccole e medie imprese, con l’intento di diffondere le soluzioni esistenti e le risorse disponibili per coloro che sono alla ricerca di un miglior work life balance per la propria vita o per la propria azienda.

In tal senso, il Toolkit è una guida pratica e divulgativa che opera una ricognizione ed un approfondimento delle politiche e delle iniziative esistenti in tema di conciliazione, con un focus sui diritti ed i servizi per gli individui, ed anche sulle piccole e medie imprese, ed i relativi obblighi ed incentivi. In questo paragrafo si evidenzierà qual è lo scopo del toolkit e verrà fornita una breve descrizione sui contenuti e sulle persone cui si rivolge.

Obiettivi e finalità

Il toolkit ha lo scopo di informare un pubblico eterogeneo circa il significato di conciliazione e di fornire un quadro orientativo e senza pretese di esaustività sulle politiche e le misure adottate a livello europeo, nazionale e locale per favorire un maggior equilibrio tra il tempo che si investe nella sfera lavorativa e quello che invece si riserva alla cura delle persone dipendenti e/o non autosufficienti, alla cura di sé, ma anche allo svolgimento di attività sportive, politiche, di studio e formazione che completino e arricchiscano la sfera privata dell’individuo.

La finalità ultima del toolkit, al di là del fatto che venga utilizzato in un servizio per il lavoro o in un luogo di lavoro, è non solo quello di fornire informazioni circa il work life balance, ma anche quello – idealmente – di poter rappresentare, per chi ne usufruisce, uno strumento pratico e di facile consultazione in grado di offrire delle prime risposte e facilitare una prima “rilettura” dei propri bisogni di conciliazione, in grado di accompagnare l’utente a trovare spunti, possibilità e/o servizi di cui prima non era a conoscenza e che possano agevolare la gestione dei bisogni stessi.

Articolazione

Il toolkit si compone di una parte introduttiva riferita al progetto  e all’ambito in cui è stato concepito, delineando il contesto delle attività proposte e degli attori coinvolti.

Presenta poi un focus sulla definizione e le caratteristiche della conciliazione,  analizzandone i  diversi aspetti, presentando un’introduzione ai diritti delle persone con esigenze di work life balance e, successivamente, esplorando le opportunità ed i servizi a cui le stesse potrebbero accedere.

Il toolkit si correda di una serie di allegati di facile fruizione che possono aiutare i diversi destinatari ad orientarsi meglio nel confronto tra i bisogni di conciliazione e le possibili risposte e opportunità presenti, sia in termini normativi che di servizi fruibili che organizzative.

Destinatari/ie

Il toolkit si rivolge sia agli operatori che abbiano già conoscenze sul tema della conciliazione dei tempi di vita privata e lavoro, quanto alle persone che a tale tema si avvicinano per la prima volta e che vogliono informarsi al riguardo.

Il toolkit deve intendersi come uno strumento “vivo” e adattabile, sia rispetto alle specificità dei territori in cui viene calato, sia rispetto alle persone che ne possono usufruire ed alle loro esigenze.

Nell’ambito del progetto in cui è stato concepito, questo toolkit è principalmente rivolto agli operatori ed alle operatrici dei centri e/o servizi per l’impiego, affinché essi possano adoperarlo per orientare ed arricchire il percorso di inserimento/ reinserimento lavorativo dell’utenza che a loro si rivolge.

Ciononostante, il toolkit è pensato anche come strumento di aiuto e accompagnamento per le persone con bisogni conciliativi che abbiano voglia di trovare nuove risposte e nuove chiavi di lettura per le proprie esigenze di work life balance, così come per le PMI che vogliano offrire percorsi di conciliazione ai propri lavoratori/trici o arricchire l’offerta già presente.

La normativa principale in Italia in materia di conciliazione vita-lavoro è rappresentata dalla legge 53/2001, Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città,che disciplina le materie riguardanti le diverse forme di congedo, di maternità, paternità e parentale, il diritto alla cura, alla formazione e il coordinamento dei tempi delle città. In particolare, l’articolo 9 (modificato dall’articolo 38 della legge n. 69 del 18 giugno 2009) definisce le misure per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, a sostegno della flessibilità d’orario.

I congedi sono parte rilevante delle politiche di conciliazione vita lavoro; non sono tuttavia l’unica misura esistente e raccomandata. Insieme a questi strumenti vanno, infatti, considerate anche le misure che intervengono sul tempo di lavoro, l’organizzazione flessibile del lavoro e non ultimo il sistema dei servizi di cura e dei trasferimenti economici per il sostegno ai relativi carichi, in particolare riferiti all’infanzia e alla natalità.

principali strumenti normativi e regolamentari vigenti in Italia
Assegno di maternità dello Stato

L’assegno di maternità dello Stato è un assegno di maternità erogato, quale prestazione previdenziale, dall’Inps e rivolto a chi svolge lavori atipici e discontinui.

L’assegno di maternità dello Stato spetta

  • alla madre, anche adottante;
  • al padre, anche adottante;
  • agli affidatari preadottivi;
  • all’adottante non coniugato;
  • al coniuge della madre adottante o dell’affidataria preadottiva;
  • agli affidatari (non preadottivi) nel caso di non riconoscibilità o non riconoscimento da parte di entrambi i genitori.

Per informazioni più dettagliate su funzionamento, requisiti e procedure per l’accesso, consultare la pagina INPS.

Assegno di maternità dei Comuni

L’assegno di maternità dei Comuni è una prestazione assistenziale di base concessa dai Comuni e pagata dall’INPS.

Il diritto all’assegno, nei casi di parto, adozione o affidamento preadottivo, spetta a cittadini residenti italianicomunitari o stranieri in possesso di titolo di soggiorno.

L’assegno spetta solo entro determinati limiti di reddito; i richiedenti non devono avere alcuna copertura previdenziale oppure devono averla entro un determinato importo fissato annualmente; inoltre non devono essere già beneficiari di altro assegno di maternità INPS.

Per informazioni più dettagliate su requisiti, funzionamento e procedure per l’accesso, consultare la pagina INPS.

Gli strumenti economici appena descritti sono finalizzati, in primo luogo, a garantire, a chi non lavora o a chi lavora secondo modalità non standard, la tutela della maternità e la possibilità di vivere l’arrivo e le prime relazioni con un figlio in condizioni di relativa tranquillità economica.

Altre misure volte a favorire l’ingresso nel mercato del lavoro delle persone con esigenze di conciliazione dei tempi sono di natura, nel contempo, contrattuale e organizzativa e trovano una sintesi nell’istituto del part-time attraverso le diverse forme che questo può assumere.

Il part-time, ovvero la riduzione dell’orario di lavoro rispetto a quello che è considerato l’orario standard, infatti, può rispondere, nelle sue diverse forme, alle diverse esigenze di conciliazione che possono essere presenti nei diversi momenti della vita di una persona che intende entrare o rientrare nella vita attiva. Comporta che anche le componenti retributive e previdenziali siano commisurate all’impegno lavorativo, ma nell’interpretazione positiva che se ne può dare, ovvero di misura utilizzabile per il tempo necessario e fondata sulla volontarietà dell’adesione da parte della persona inoccupata/disoccupata, può avere i suoi vantaggi nel garantire equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.

Diverse sono le formule di part-time attuabili:

  • orizzontale, consistente nella riduzione dell’orario lavorativo giornaliero;
  • verticale, per il quale la prestazione lavorativa avviene a tempo pieno ma delimitata a determinati giorni della settimana, del mese o dell’anno;
  • misto, che prevede forme di orario miste tra part-time orizzontale e verticale.

Tali formule possono venire incontro, per il tempo necessario, alle diverse esigenze di conciliazione che possono porsi in ingresso/reingresso nel mercato del lavoro con riferimento a se stessi o a carichi di cura riferiti a terzi, siano questi in famiglia o fuori dalla famiglia.

Maggiori informazioni sul sito di Click Lavoro.

 

Insieme alle misure normative volte a riconoscere la maternità e alle formule contrattuali che possono lasciare del tempo libero da dedicare alle esigenze di cura, sono da considerarsi utili, al fine di favorire la conciliazione dei tempi di vita, tutti i servizi presenti nel territorio, di natura pubblica o pubblico-privata, dei quali i servizi per il lavoro dovrebbero poter avere conoscenza rispetto alle prestazioni erogate di modo da orientare nella maniera più efficace possibile l’utenza a seconda dell’esigenza presentata: per se stessi, per i propri figli, per persone con disabilità e/o anziane a proprio carico.

Maggiori dettagli sulle tipologie di servizi sono presenti nelle pagine successive di questo Toolkit laddove si prospetta anche che una efficacia azione, a tale proposito, possa derivare dalla collaborazione del servizio/centro per il lavoro con la figura del welfare manager che acquisisce gradualmente una definizione sempre maggiore nei nostri territori (Cfr. pp. 20-22).

Le misure a sostegno delle famiglie sono stanziate e/o incrementate annualmente nella Legge di Bilancio, pertanto possono cambiare e modificarsi, anche in breve tempo, sulla base delle priorità assunte e delle disponibilità di bilancio.

Nella compilazione dell’elenco che segue si è tenuto conto sia delle misure che sono state introdotte o incrementate dalla Legge di bilancio 2020 che di altre due misure. Una istituita presso il Dipartimento per le politiche della famiglia e l’altra erogata dai comuni.

Bonus Bebè

Nonostante l’avvio dell’assegno unico per i figli, previsto per luglio 2021, la legge di Bilancio rifinanzia una serie di interventi fra cui il Bonus bebé.

Si tratta di un assegno riconosciuto alle famiglie per la nascita di un figlio fino al compimento di un anno di età o in caso di adozione e affidamento. Il bonus bebè per le famiglie con nuovi nati viene detto anche assegno di natalità e tiene conto dell’ISEE del nucleo familiare. Gli importi del bonus bebè sono i seguenti:

  • 160 euro al mese (primo figlio) o 192 euro (figlio successivo al primo per ISEE non superiore a 7.000 euro annui;
  • 120 euro al mese (primo figlio) o 144 euro al mese (figlio successivo al primo) per ISEE tra 7.001 euro e 40.000 euro;
  • 80 euro al mese (primo figlio) o a 96 euro al mese (figlio successivo al primo) per ISEE oltre i 40.000 euro.

Il bonus verrà riconosciuto per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021. (INPS)

 Bonus Asili nido

Per quanto concerne il bonus asilo nido nel 2021 questo viene riconosciuto per il pagamento della retta degli asili nido da parte delle famiglie per bambini da 0 a 3 anni. Gli importi per il 2021 sono i medesimi già previsti per il 2020 e scaglionati tenendo conto dell’ISEE familiare. Nel dettaglio:

  • 000 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore fino a 25.000 euro;
  • 500 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore compreso da 25.001 e 40.000 euro;
  • 500 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore superiore a 40.000 euro.

Si tratta di un contributo che va utilizzato per pagare la retta dell’asilo nido o per un servizio di baby sitter. INPS

A seguito dell’emergenza Covid -19 il bonus asilo nido per l’annualità 2020 è stato cumulabile con il bonus baby sitter Covid -19. ( INPS )

Il c.d. decreto “Rilancio” introduce poi, da maggio 2020 i nuovi importi per l’acquisto di servizi di baby sitting e introduce un nuovo bonus per l’iscrizione ai centri estivi e l’acquisto di servizi integrativi per l’infanzia. 2020 ( INPS )

 Bonus Mamma domani

Confermato anche per il 2021 nell’attuale misura pari a 800 euro. Si tratta di una somma che viene corrisposta per ogni nuovo nato o in caso di adozione o affidamento preadottivo nazionale e internazionale. La domanda si presenta a partire dal settimo mese di gravidanza o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo.

In attesa della circolare INPS

Fondo di sostegno alla natalità

Il fondo è diretto a favorire l’accesso al credito delle famiglie con uno o più figli, nati o adottati a decorrere dal 1° gennaio 2017, fino al compimento del terzo anno di età, mediante il rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari. Il fondo è istituito presso il Dipartimento per le politiche della famiglia e gestito da CONSAP Spa.

Sono beneficiari del fondo i nuclei familiari che abbiano la residenza in Italia e cittadinanza italiana, oppure di uno Stato membro dell’Unione europea oppure, in caso di cittadino extracomunitario, permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Maggiori info su CONSAP Spa

Assegno nucleo familiare terzo figlio

In caso di nuclei familiari composti da almeno un genitore e tre figli minori, con reddito ISEE (variabile da anno ad anno), è previsto un assegno su 13 mensilità. 

L’assegno è erogato dai comuni per conto dell’INPS.

Family Act *

ll Family Act, varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso giugno, è un disegno organico che impegna il governo a introdurre entro due anni una serie di agevolazioni fiscali e aiuti per le famiglie con figli.

Con esso si istituisce l’assegno universale e si procede al riordino delle misure di sostegno per le famiglie con figli a carico. L’istituzione del nuovo assegno universale per i figli rivede e integra la precedente normativa in materia di assegni familiari, bonus vari introdotti nel corso degli anni per favorire la conciliazione vita-lavoro e sostenere la maternità. Il nuovo assegno familiare si inserisce infatti nel quadro delle misure istitutive del Family Act e del piano di ripresa e rilancio codificate nel prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza nel triennio 2021-2023.

A valere su fondi appositamente dedicati e nel quadro di una più ampia riforma fiscale da avviare nel 2021, l’Assegno universale assorbe i precedenti bonus e assegni familiari, istituendo un unico strumento per tutte le famiglie con figli a partire dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni di età, indipendentemente dal reddito e una quota variabile aggiuntiva a seconda dell’Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE). L’importo dell’assegno verrà differenziato (+20%) in base alla numerosità del nucleo familiare (3 o più figli) ed alla condizione di disabilità.

Con l’approvazione del Family Act il sistema di welfare italiano razionalizza ed estende i benefici per la conciliazione vita-lavoro, allargando la platea dei beneficiari in senso universalista. L’assegno è infatti rivolto a tutti i lavoratori italiani, compresi autonomi e incapienti.

Anche altri strumenti sono destinati a cambiare con l’approvazione del Family Act. In tema congedo di paternità obbligatoria per i lavoratori dovrebbe diventare strutturale per una durata di 10 giorni così da adeguare la normativa italiana a quella europea.

Viene poi stabilito per il congedo parentale un periodo non inferiore ai due mesi per ciascun figlio non cedibile all’altro genitore. In precedenza il diritto al congedo parentale era in capo a ciascuno dei due genitori (6 mesi per la madre, 6 mesi elevabili a 7 per il padre), ma indennizzato al 30% solamente per i primi 6 mesi fruiti considerando entrambi i genitori. Non cambiano invece le modalità di richiesta, ovvero una comunicazione in forma scritta al datore di lavoro delle date di fruizione. In alternativa, rimane la domanda tramite Contact center oppure enti di patronato e intermediari dell’Inps.

Nel piano del Family Act rientra inoltre il rafforzamento delle misure per incentivare il lavoro femminile, sotto forma di agevolazioni per servizi domestici e assistenza a minori e non autosufficienti, malattia dei figli. Il concorso alle spese sostenute dalle famiglie per i minori copre un ampio arco di interventi:

  • spese per minori con patologie, compreso il disturbo dell’apprendimento, sino alla scuola secondaria di secondo grado;
  • spese per gite, sport, corsi di lingua, arte e musica;
  • spese per teatro, cinema, spettacoli, libri, musei, mostre, eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali;
  • spese per libri scolastici e supporti informatici per ciascun figlio che frequenta la scuola secondaria di primo e secondo grado.

E’ prevista anche una quota di riserva della dotazione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese della legge n. 662 del 23 dicembre 1996, per l’avvio di nuove imprese di start up femminili e un accompagnamento per i primi due anni.

Infine, per le famiglie con carichi di cura non legati all’infanzia (non autosufficienza e anziani) sono previsti supporti in-kind (non monetari) attraverso il potenziamento degli investimenti sui servizi sociali e socio-sanitari per le famiglie. Una stessa operazione di riordino e razionalizzazione è prevista con l’istituzione del Fondo per la disabilità e la non autosufficienza, con una dotazione di spesa di 29 milioni di euro per il 2020, di 200 milioni di euro per il 2021 e di 300 milioni di euro dal 2022. Le risorse del Fondo sono utilizzate per finanziare interventi in favore della disabilità.

* al gennaio 2021 all’esame delle Camere, il cui esito non è prevedibile

STRUMENTI volti a favorire l’inserimento/reinserimento lavorativo
dei/lle destinatari/ie dei Centri/Servizi per il lavoro

La modalità e gli strumenti adottabili al fine di individuare i bisogni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di lavoratori e di inoccupati-disoccupati all’interno di un centro/servizio per l’impiego sono per certi versi sovrapponibili.

Questo sia che il centro/servizio si rivolga ad inoccupati/disoccupati che cercano di entrare e/o rientrare nel mercato del lavoro, sia che si rivolga a tutti coloro che, seppur lavorando, ritengano di voler conoscere e, magari, intraprendere una nuova forma di collocazione lavorativa rispetto a quella posseduta.

Per entrambi i gruppi di destinatari è opportuno che chi ha il compito di rilevare dei bisogni/esigenze individuali, in questo caso sulla conciliazione dei tempi, debba collocare questa rilevazione, a valere sui singoli individui, in un contesto più ampio che ridisegni il complesso delle caratteristiche socio-economiche e della domanda e dell’offerta lavorativa al livello territoriale.

Ovviamente questa rilevazione del bisogno va successivamente incrociata con l’offerta di risposte e di servizi di sostegno alla conciliazione, presenti nel territorio e/o nei contesti aziendali, in grado di rispondervi, così come riportato nelle parti successive di questo Toolkit.

E ciò al fine, da un lato, di fornire delle risposte che per certi versi sono e rimangono individualizzate, ma dall’altro, anche per ricostruire un sistema di bisogni e un sistema di risposte che, nel tempo, possano avere la prospettiva di entrare sempre più a regime e far parte di un background consolidato all’interno degli stessi centri/servizi per l’impiego.

Per poter svolgere tale compito, l’operatore del centro/servizio per l’impiego dovrebbe:

A tal fine si propone di seguito un prospetto che intende sostenere l’operatore del centro/servizio per l’impiego nel momento in cui si trova nella necessità di rilevare un’esigenza di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro a carico di un utente, sia questo un lavoratore o una persona inoccupata/disoccupata, e che dovrebbe svilupparsi nelle due seguenti direzioni:

  • ambiti e declinazione delle conoscenze che l’operatore può acquisire/implementare;
  • fonti e modalità di acquisizione di tali conoscenze.

Ambiti di conoscenza che l’operatore del centro/servizio per l’impiego può acquisire/implementare

Declinazione degli ambiti di conoscenza

Fonti/modalità di acquisizione

Andamento del mercato del lavoro nazionale e territoriale letti in ottica di genere

Disoccupazione/inoccupazione/occupazione per:

     sesso

     età

     cittadinanza

     istruzione/formazione professionale

     situazione familiare

     esperienze di lavoro

     tipologie di contratti ricorrenti 

     andamento dei sistemi produttivi territoriali

     Rilevazione Istat Forze di Lavoro

     Indagine Multiscopo Istat sulle famiglie

     Indagine Istat BES (Benessere Equo e Sostenibile)

     Osservatorio territoriale sul mdl e sui sistemi produttivi

 

Anagrafica dell’utenza in chiave di genere

     Sesso

     età

     cittadinanza

     istruzione/formazione professionale posseduta

     

 

Strumentazione già in uso presso il servizio per l’impiego, se necessario, da declinare in chiave di genere

Storia formativa dell’utenza

     percorso scolastico

     titolo/i di studio acquisito/i

     percorso formativo

     qualifica/che acquisita/e

     

 

Strumentazione già in uso presso il servizio per l’impiego, se necessario, da declinare in chiave di genere

Storia lavorativa dell’utenza

     esperienze lavorative già svolte (per i disoccupati)

     settori/ambiti produttivi in cui le esperienze sono state svolte

     tipologia e durata dei contratti avuti

     esperienza lavorativa in corso (per gli occupati)

     aspettative lavorative

     

 

Strumentazione già in uso presso il servizio per l’impiego, se necessario, da declinare in chiave di genere

Esigenze di conciliazione individuali

     situazione familiare/personale

     carichi di cura rispetto ad una/più persona/e in famiglia (minori, anziani, persone con disabilità anche temporanee, …)

     esigenze di cura per sé (es. per studio, attività fisico/sportiva, volontariato, dislocazione territoriale, …)

 

Check list ad hoc

Colloquio ad hoc

Per il complesso dell’utenza di un centro/servizio per l’impiego che presenti bisogni di conciliazione dei tempi, attraverso sia sistemi e strumentazioni strutturati di rilevazione che sistemi e strumentazioni costruiti ad hoc, si dovrebbero poter rilevare le diverse esigenze, da quelle più durature nel tempo a quelle più immediate e contingenti che hanno validità per periodi brevi, affinché, sulla base di queste, possano essere fornite risposte efficaci, sul piano politico/normativo esistente e su quello dei servizi attivabili nel territorio, per la conciliazione dei tempi di donne e uomini.

Il Piano di Conciliazione deve essere considerato come uno strumento dinamico e in continua evoluzione, che non rimanga statico nel tempo sia che si rivolga all’utenza dei centri per l’impiego sia che si rivolga a persone occupate presso le PMI.

La definizione del piano di conciliazione dovrebbe prevedere l’individuazione partecipata delle soluzioni attraverso incontri mirati con l’utente e, laddove il problema potrebbe essere collettivo, anche mediante focus group.

E’ opportuno che le azioni individuate siano monitorate con una certa frequenza, in una logica di costante adattamento alle esigenze del/la destinario/ia del piano che, evidentemente, cambiano a seconda del ciclo di vita dell’individuo.

Sarà, poi, necessario tener conto dei servizi già presenti e che nascono nel territorio, individuando quelli che sono più utili alle esigenze del momento.

Le aree su cui si possono attivare risorse territoriali atte a facilitare la realizzazione di un piano di conciliazione per utenti dei CPI sono molteplici.

A seconda dei territori possono essere individuate risorse gratuite, a compartecipazione pubblico-privato e risorse totalmente private, quindi interamente a carico del fruitore, sia esso diretto (l’utente del CPI) o indiretto (il relativo carico di cura).

Sono state identificate alcune macro aree e sotto categorie di riferimento (non esaustive) come ausilio per l’identificazione di servizi e di supporti specifici nei diversi territori.

Si riporta, nella tabella sotto, un quadro della mappatura che prende spunto dal bisogno specifico delle persone:

AREA

SERVIZI

MICRO DESCRIZIONE

COME TROVARLI (indicazioni più specifiche saranno inserite non appena disponibili I luoghi delle sperimentazioni)

Per i figli

Asilo nido

Scuola infanzia

Servizi infanzia flessibili (centri gioco, spazi bambini…)

Ludoteca

Centri estivi

Servizio di pre/post scuola

Servizio trasporto vs la scuola

Servizi di baby-sitting

Assistenza domiciliare minori

Centri diurni per minori

Dopo scuola e supporto allo studio

Attività extrascolastiche e per il tempo libero

Campus e soggiorni

Altro …

 

Servizi rivolti a bambini e ragazzi.  

Si tratta di servizi educativi per bambini da 0 a 6 anni con diverse intensità di frequenza, ma anche servizi integrativi rispetto ai servizi scolastici (prima dell’inizio o dopo la fine dell’orario scolastico), servizi per il tempo libero o da frequentare durante le vacanze.

La categoria comprende anche servizi socio assistenziali al domicilio o presso centri specializzati per minori con difficoltà di diverso tipo.    

 

Sito del Comune

Uffici informativi/sociali del Comune

Informagiovani

 

Per la Famiglia 

Centri diurni per anziani/disabili

Assistenza domiciliare per anziani

Servizi di accompagnamento dell’anziano/disabile 

Strutture residenziali per anziani/disabili

Alloggi per anziani/disabili

Ricerca assistente familiare (badante)

Servizio pasti a domicilio

Soggiorni climatici

Soggiorni di sollievo

Servizio infermieristico a domicilio

Fisioterapista a domicilio

Servizi di riabilitazione

Altro …

 

Servizi rivolti ai diversi componenti della famiglia che hanno necessità di supporto di tipo socio-assistenziale e sanitario (persone anziane o con disabilità

Sito del Comune

Uffici informativi/sociali del Comune

 

Per se stessi

(Tempo da dedicare ad altro come il volontariato, l’impegno politico, gli hobbies, lo studio, …)

Disbrigo pratiche

Servizi fiscali

Orientamento e counseling(organizzazione tempi e spazi)

Pulizie e piccole manutenzioni

Cura del verde

Cura degli animali

Altro …

 

Servizi che permettono alla persona in cerca di lavoro o al lavoratore che si rivolge ai centri per l’impiego, un supporto dal punto di vista dell’organizzazione dei tempi e della possibilità di appoggiarsi ad altri per alcune attività “accessorie” (pulizie, cura degli animali, ecc.) che permettono di liberare tempo da dedicare ad altro

 

Sito del Comune

Uffici informativi/sociali del Comune

Informagiovani

Per agevolare la stesura e la relativa attuazione di un piano quanto più mirato di conciliazione, potrebbe essere utile coinvolgere e valorizzare le competenze del welfare manager, laddove presente, per creare sinergia tra le attività dei CPI e i servizi utili presenti sul territorio al fine di rispondere alle necessità di conciliazione di chi è in cerca di lavoro o di chi intende cambiarlo attraverso il supporto di un servizio per il lavoro.

Il welfare manager è un professionista che viene dal sociale e con una profonda conoscenza del territorio e dei suoi servizi, oltre che esperto nell’orientamento dei bisogni delle persone col fine di trovare una risposta a tali bisogni. È abituato a lavorare in reti integrate di attori e di servizi trovandone la sintesi.

Il welfare manager territoriale potrebbe affiancare gli operatori dei CPI con una periodicità concordata, sia durante la stesura dei piani di conciliazione sia in una fase più operativa volta a trovare per ogni utente la risposta più opportuna ed equilibrata che contemperi il giusto mix per favorire la ricerca di un lavoro e il rispetto delle necessità di conciliazione.

Di seguito si riportano, a titolo esemplificativo, due schede riassuntive di buone pratiche adottate in ambito europeo per favorire il work life balance.

Careerpath “return to work”

Nome:

Careerpath “return to work”

(Karrierepfad “beruflich wieder einsteigen”)

Beneficiari:

Uomini e donne  che desiderano reinserirsi nel mercato del lavoro dopo una lunga assenza (congedi per maternità, carichi di cura,…)

Paese:

Germania

Organizzazione:

Bundesagentur für Arbeit (Agenzia federale per il lavoro)

Durata:

In corso

Descrizione dettagliata:

L’Agenzia Federale per il lavoro pone particolare attenzione alla conciliazione vita lavoro. Essa coordina un certo numero di attività tra cui quelle volte all’inserimento/reinserimento di uomini e donne nel mercato del lavoro dopo un lungo periodo di assenza, fornendo un particolare supporto a coloro che hanno carichi di cura. L’Agenzia fornisce informazioni sulle misure di assistenza all’infanzia e per altri carichi di cura presenti sul territorio di riferimento.

L’approccio rientra in una più ampia strategia di pari opportunità nel mercato del lavoro affinché nessuno ne sia escluso a causa del genere o dei carichi di cura. L’attività degli operatori dei centri per l’impiego è affiancata dagli operatori per le pari opportunità che forniscono consulenza sia sul tema dell’uguaglianza di genere che sul tema della conciliazione vita lavoro.

Il percorso è disponibile come piattaforma interattiva online e presenta 4 opzioni:

–        cambio lavoro o percorso di carriera

–        rientro al lavoro dopo un congedo

–        come sviluppare la propria carriera

–        formazione e istruzione

 

Per coloro che vogliono inserirsi/reinserirsi nel mercato del lavoro, la piattaforma offre un accompagnamento che si svolge in 4 fasi:

–        definizione degli obiettivi: identificare la motivazione per cui si vuole entrare/ rientrare nel mercato del lavoro;

–        scegliere l’opzione più adatta alle proprie esigenze. Sono proposti: part time, avanzamento di carriera a un nuovo livello, completamento dell’istruzione terziaria, formazione per diventare lavoratori autonomi;

–        misure e strumenti di sostegno all’ingresso/reingresso nel mercato del lavoro (servizi di cura all’infanzia, per anziani e/o disabili, informazioni sui diritti per i lavoratori con carichi di cura, consigli su come identificare buone offerte formative, problem solving);

–        identificare quali possono essere i fattori di successo per rientrare nel mercato del lavoro: come affrontare una candidatura per un posto di lavoro, come gestire il colloquio, informazioni sulle diverse forme contrattuali ad es. mini job, lavoro temporaneo.

Fonti:

 

https://www.perspektive-wiedereinstieg.de/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Business Gender Equality Seal (IWEO)

Nome:

IWEO Business Gender Equality Seal

Beneficiari:

PMI e persone con carichi di cura 

Paese:

Spagna

Organizzazione:

L’Istituto spagnolo per le donne e le pari opportunità (IWEO)

Durata

In corso

Descrizione

dettagliata

L’Istituto spagnolo per le donne e le pari opportunità (IWEO) è un organismo autonomo collegato al Ministero della Presidenza, dei rapporti con il Parlamento e delle Pari Opportunità tramite il Segretariato di Stato per l’Uguaglianza. Dal 1983, l’istituto lavora per sostenere il progresso delle donne in tutti i settori della società.

L’IWEO è anche l’organismo spagnolo per le Pari Opportunità Nazionale nell’ambito delle direttive sulla parità di genere.

L’IWEO gestisce diverse reti di compagnie in cui le aziende condividono e scambiano, tra l’altro, buone pratiche sulla conciliazione e sulla condivisione dei carichi di cura tra donne e uomini. Ad esempio:

·       La rete integrata dalle aziende “PIÙ DONNE, MIGLIORI AZIENDE” (153 aziende) e

·       DIE BUSINESS NETWORK (148 aziende).

Dal 2010, il Ministero della Presidenza, dei rapporti con il Parlamento e delle Pari Opportunità concede annualmente un marchio aziendale sulla parità di genere come riconoscimento per datori di lavoro che hanno attuato buone pratiche e realizzato obiettivi volti al raggiungimento della parità di trattamento e promosso politiche di pari opportunità tra donne e uomini all’interno delle loro aziende.

Sono 148 le aziende già premiate con questo marchio che può essere utilizzato dalle aziende nelle relazioni commerciali e per scopi pubblicitari. Il marchio può anche essere preso in considerazione nell’ambito degli appalti pubblici.

Il marchio viene monitorato ogni anno e riesaminato ogni 3 anni. La valutazione attiene 33 aspetti, qualitativi e quantitativi, per quanto riguarda:

1.     Piano di parità e politiche di parità (coerenza, proporzionalità delle misure, mezzi, obiettivi, termini, ecc.)

2.     Accesso all’occupazione e alle condizioni di lavoro, come la disaggregazione per sesso dei dati del personale, le posizioni, i salari, l’istituzione di misure per rendere più flessibile l’orario di lavoro, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata e la promozione della condivisione dei carichi di cura, ecc..

3.     Modello di responsabilità organizzativa e sociale, come informazione, formazione e consapevolezza specifica in materia di uguaglianza; uso del linguaggio; partecipazione a iniziative di ministero, ecc.

Tutte le aziende premiate sono inserite in una rete aziendale denominata Red DIE o DIE Business Network e condividono e scambiano informazioni e buone pratiche sulle politiche e le pratiche di parità di genere sul posto di lavoro, creando collegamenti diretti tra le aziende grazie a seminari e incontri formativi diretti; gruppi di lavoro focalizzati su questioni specifiche, come la conciliazione, i protocolli sulle molestie sessuali e le molestie correlate, il divario retributivo di genere, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È possibile reperire ulteriori buone pratiche e pratiche promettenti visitando il seguente link: https://eige.europa.eu/gender-mainstreaming/good-practices.